Il corpo è la nostra voce silenziosa. E non lo stiamo ascoltando.

All’interno del mondo lavorativo, spesso assistiamo a una sorta di distacco dal ruolo fondamentale del corpo. Tuttavia, è cruciale riconoscere che il corpo non cessa di esistere nel momento in cui varchiamo la soglia dell’azienda o ci connettiamo per una riunione. Al contrario, il corpo è il veicolo primario attraverso il quale sperimentiamo e comunichiamo con il mondo circostante.

Il corpo come veicolo della comunicazione emotiva

Una delle concezioni errate più comuni nelle organizzazioni è l’idea che, una volta varcata la soglia dell’azienda o connessi a una riunione, il corpo e le emozioni vengano automaticamente esclusi dall’equazione professionale. Al contrario, il corpo è il nostro veicolo primario nel mondo, e le emozioni, indissolubilmente legate a esso, giocano un ruolo chiave nella nostra esperienza lavorativa. Come affermato da San Tommaso d’Aquino, “Non c’è niente nell’intelletto che prima non sia passato per i sensi.”

Che impatto ha il corpo nella tua giornata lavorativa?

Il nostro atteggiamento durante una riunione, la postura che adottiamo mentre ascoltiamo un collega o la direzione dello sguardo quando riceviamo, o affidiamo, un compito: ogni piccolo dettaglio del nostro linguaggio corporeo invia messaggi che vanno ben oltre le parole pronunciate. Hai mai fatto caso a come cambia la tua percezione se l’interlocutore ti sta guardando oppure se getta continuamente lo sguardo sullo smartphone? E tu, ti sei mai chiesto se fai qualcosa per suscitare una delle due reazioni?

L’approccio di Effetto Larsen all’utilizzo del corpo

Quando facciamo team coaching, quando sintonizziamo i team, noi di Effetto Larsen ci concentriamo spesso sul corpo. Ad esempio, usiamo tantissimo le disposizioni spaziali, creiamo situazioni che portino le persone al di fuori della loro zona di comfort, come una discussione intorno a un tavolo o dietro a una scrivania. Facciamo domande, invitiamo i partecipanti a leggere le proprie emozioni e quelle delle persone intorno a loro.

Attraverso anni di ricerca sul campo, abbiamo sviluppato una metodologia che mira a coinvolgere le persone a un livello emotivo profondo. Questa prospettiva va oltre la percezione illusoria di parti separate; in realtà, siamo un insieme armonico di corpo, mente ed emozioni. La mancanza di connessione tra queste componenti rischia di rendere difficile il cambiamento comportamentale, che è l’obiettivo centrale di qualsiasi percorso formativo.

La magia dell’attivazione del corpo: l’esempio di STORMO

Un esempio pratico di questa prospettiva si evidenzia nelle sessioni di STORMO, il progetto di Effetto Larsen sull’intelligenza collettiva. Qui, il contatto fisico diventa uno strumento di scoperta, portando alla luce risorse nascoste. Dopo più di dieci anni di workshop e sessioni, abbiamo smesso di contare i casi di partecipanti che entrano titubanti e inizialmente respingono il contatto fisico, per poi emergere come elementi chiave del gruppo, dimostrando l’incredibile potenziale trasformativo del corpo.

Accogliere e valorizzare il corpo

Ma STORMO è solo un esempio: i percorsi di team coaching di Effetto Larsen si distinguono per la loro approfondita considerazione delle diverse dimensioni umane. Attraverso l’uso di tecniche che coinvolgono il corpo, le emozioni e la gestione dei conflitti, ad esempio, miriamo a creare uno spazio sicuro, un Safe Space in cui le persone possano esplorare appieno il proprio potenziale. L’obiettivo è far sentire le persone parte di un insieme, accettando e valorizzando il corpo come risorsa preziosa.

Ascoltare, accogliere e valorizzare il corpo sul luogo di lavoro è essenziale per arricchire la qualità delle interazioni professionali e creare ambienti di lavoro più consapevoli e funzionali. Il corpo non può essere ignorato o escluso dalla sfera professionale; al contrario, è il principale veicolo di coinvolgimento emotivo e consapevolezza interpersonale. Integrare consapevolmente il corpo nella comunicazione è il fondamentale passo verso una comprensione approfondita delle dinamiche interpersonali e il raggiungimento di una crescita individuale e collettiva duratura. Anche in call.